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Blog di falletti.over-blog.it

Un' opinione sinceramente di destra, ma senza alcuna piaggeria nei confronti del potere

Art. 27

Un grave problema politico  e giuridico riguarda l’applicazione dell’art 27 della costituzione. In Italia spesso (sempre nelle leggi fiscali) il cittadino, o meglio suddito, è considerato colpevole finché non dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, la propria innocenza.

Il dettato costituzionale è il seguente:

Art 27) La responsabilità penale è personale.

L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Non è ammessa la pena di morte.

Tutto ciò che succede nell’odierno processo penale è un violazione di questo articolo. Colui che è imputato può essere impunemente trascinato in galera in attesa di un lunghissimo giudizio, che se lo assolverà, gli darà la possibilità di ottenere un risarcimento del danno. Tuttavia non esiste, né può ipotizzarsi un risarcimento adeguato per chi è stato ingiustamente privato della libertà personale. Inoltre, poiché molti uomini politici o, comunque conosciuti, sono stati irrimediabilmente rovinati da accuse poi rivelatesi ingiuste, occorrerebbe inserire un comma che vieti espressamente di dare notizia del reato al pubblico se non, almeno, dopo la sentenza di primo grado. Questo potrebbe collidere con la pubblicità del processo, la cui necessità deriva dall’esigenza del possibile controllo popolare dell’operato della magistratura. Bisognerebbe dunque ammettere la presenza del pubblico, ma non la divulgazione delle accuse finché non si giunga a sentenza e questo non solo per la stampa autorizzata, ma anche nei social.  Se il processo fosse rapido come dovrebbe, cioè concludendosi, tranne rari casi di estrema difficoltà, in pochi mesi se non settimane, il danno alla diffusione di notizie importanti per l’orientamento politico del popolo, sarebbe minimo e si metterebbe fine all’uso strumentale di notizie che condannano alla gogna mediatica un cittadino prima che sia una reale probabilità della sua colpevolezza.

 

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