5 Settembre 2019
Evviva, finalmente ci siamo: è arrivato il comunismo!
Sono passati 171 anni da quando Marx ha pubblicato il Manifesto del partito comunista, ma il Popolo, infine, ha vinto. Alla fine della prima guerra mondiale ci provarono, con scioperi violenti e con pestaggi, con manifestazioni di piazza, con canzoni e, soprattutto, con l’aiuto della Russia che da poco aveva concluso con la “Rivoluzione” l’esperienza zarista, massacrando il Re, la moglie, i suoi figli e tanti altri.
In Italia non ci erano riusciti poiché la monarchia, forte dell’esperienza russa, aveva concesso a Mussolini di bloccare la canaglia comunista. Dopo la seconda guerra mondiale, invece, non era stata la forza a fermare i “compagni”, ma la chiesa e soprattutto i dollari americani, ma loro, non si sono arresi, non hanno mai mollato. Piano piano si sono impadroniti delle scuole e delle università, hanno colonizzato la “cultura” e lo spettacolo, hanno inquinato le banche e conquistato la magistratura e così, giorno dopo giorno, il comunismo è avanzato. Le leggi sono diventate eversive della proprietà privata, definito da Rodotà: “Il terribile diritto”; le pastoie burocratiche si sono moltiplicate fino a paralizzare ogni iniziativa economica, le tasse si sono moltiplicate a dismisura fino a costringere le aziende a chiudere o ad emigrare.
Adesso quando il Popolo, nel cui nome si erano perpetrati tanti scempi, incominciava a capire; quando il muro di Berlino era stato finalmente archiviato e la sua distruzione metabolizzata, adesso che la Cina da anni, dopo la morte del” Grande timoniere” si era progressivamente aperta ai mercati, adesso che il mondo si era finalmente liberato dalla mala pianta, adesso l’ultimo colpo di coda!
Gli idioti che hanno governato nell’ultimo periodo, hanno consegnato l’Italia alla feccia rossa che aspettava sbavando.
E non si pensi che essi siano molto meno pericolosi di prima, perché non uccidono e non violentano: essi distruggono con leggine apparentemente insignificanti, ma che bloccano tutto e tutti e con sentenze folli che interpretano le già restrittive norme in modo eversivo, tanto da rendere impossibile lavorare e produrre.
Finalmente la profezia si è avverata: “I cavalli del Don si abbevereranno a San Pietro”.
E, perdonate l’ironia, perfino con la benedizione del nostro Papa Francesco.