Lourdes, per sempre.

Lourdes, il lungo treno che parte, con tanti amici a bordo, alcuni vivi ed altri morti che si rincontreranno nella prateria, a pregare ed a camminare; alcuni a spingere la carrozzella ed altri ad essere portati e forse i ruoli saranno invertiti.

Dove siete?  dove sono le tue poesie ingenue e pur strazianti sulla mamma, Armando? dove sono i tuoi vestiti accuratamente piegati dalle mani amorevoli di chi ti preparava la valigia, Francesco? Dove i tuoi “Safari fotografici” come li chiamavo io, in cui immortalavi le più belle damine e te ne innamoravi, pur sapendo che mai avresti potuto avere da loro più che una carezza di compassione.

Dove è,  la  forza con cui prendevi le valigie dei “malati” dal camion per distribuirle ai fratelli che li avrebbero portati nelle stanze del vecchio “Sette Dolori” di cui ora sopravvive solo la facciata? Dove il vigore buono di Amelia, la sapienza di padre Eugenio?

Dove finiscono gli uomini, i ricordi, le azioni, le preghiere?

Intanto il treno parte, con nuove sofferenze, con nuove forze, con nuovi orrori e con nuove incredibili bellezze ed io non ci sono. Non sono lì a pregare alla Grotta, aspettando che la porta si apra e il soprannaturale fluisca sopra gli umani, non sono lì ad accarezzare la pietra, lisciata da milioni di reverenti tocchi, a bere l’acqua salvifica, a purificarmi nell’ininterrotto fluire della grazia, a bearmi dei verdi prati e delle fiaccole ardenti.

Ma il mio spirito è con voi e quando lascerà questo mondo da lì voglio che ascenda al cielo.