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Blog di falletti.over-blog.it

Un' opinione sinceramente di destra, ma senza alcuna piaggeria nei confronti del potere

storia di ordinaria burocratica follia

Vorrei oggi raccontarvi una storia che sembra uscita direttamente dalla penna di Franz Kafka il quale, se fosse vivo oggi sicuramente non vivrebbe nella Repubblica ceca, ma certamente in Italia, dove avrebbe trovato maggiori spunti per i suoi racconti che descrivono una burocrazia così complicata da sfiorare l’assurdo.

Ebbene la storia si svolge non a Praga, o in nessun’altra parte dell’impero asburgico, né in altro luogo, poi diventato preda del comunismo: la incredibile vicenda si svolge a Roma.

Un postino suona il campanello ed il proprietario dell’appartamento gli domanda, come è d’uso: “chi è?”; nessuna risposta. L’eroe della nostra storia, allora, scende le scale e vi trova, infilata sotto il portone, una misteriosa busta. Egli, ansioso di vedere il contenuto di tanta missiva, la apre e vede che gli si ingiunge di recarsi all’anagrafe.

Il nostro, terrorizzato da tale prospettiva, sapendo che l’ufficio è immenso e posto in luogo dove parcheggiare è mission impossible, si arma di coraggio e, rinunciando ad una giornata di lavoro, si reca sul luogo della sua Passione (come quella di Cristo, intendo, nulla a che fare con amori et similia). Lì, si trova a contemplare una enorme fila di sportelli vuoti ed una incredibile congerie di gente che aspetta il proprio turno per poter conferire con l’unico impiegato disponibile; prende allora il numero che gli   assegna il proprio posto e si accorge di essere il seicento ventiquattresimo.

Coraggiosissimo e determinato, non demorde e, dopo alcune ore, giunge all’agognata meta.

Il solerte impiegato gli comunica a questo punto, che si deve recare al piano x, dal dr. Y. Il nostro eroe, stanco, ma intravedendo finalmente la luce, scala i piani fino a giungere al fatidico dirigente. Lì, dopo lunga attesa, viene ricevuto dall’ illustre personaggio, il quale, dopo averlo guardato con una certa severità, gli comunica che, se è veramente colui che asserisce di essere, si deve recare all’ufficio delle imposte.

È intanto giunta l’ora della chiusura ed il suddito cerca di guadagnare l’uscita, ormai sull’orlo del collasso. Giunto, però, presso una delle tante porte viene coinvolto in una terribile Bagarre: un anziano signore, insieme ad altre inviperite persone, urla, paonazzo in volto, che vuole tornare a casa, ma l’impassibile commesso gli annuncia che l’unico varco aperto è quello che si trova a centinaia di metri di distanza, dall’altro lato dell’edificio.  Tuttavia, però poi, essendo un tipico italiano di buon cuore, vedendo il signore sull’orlo di un infarto gli apre il portone e i  fortunati sudditi, miracolosamente, si ritrovano in salvo.

 Il giorno dopo, rinunciando, di nuovo a recarsi al lavoro, l’eroico cittadino, riparte per la sua missione, e, per farla breve, saltando, alcuni altri burocratici passaggi, giunge all’ufficio giusto, dove gli si comunica con un certo disprezzo, che egli non ha pagato il bollo di un carrellino da mettere dietro la macchina, per un certo anno. Peccato, però, che il nostro ligio ed onesto cittadino, avesse venduto prima di quel periodo, con tanto di passaggio di proprietà, l’oggetto incriminato, e dopo aver fornito il documento, affrontando altre difficili traversate della metropoli, il nostro viene congedato, finalmente, con un certo fastidio dall’impiegato, piuttosto indispettito da non aver potuto sanzionare in alcun modo il pignolissimo suddito.

Questa è una storia vera; storia di ordinaria burocratica follia, che solo chi vive nel nostro Paese può comprendere.

Ogni politico che si rispetti asserisce con convinzione brillantemente simulata, da destra e da sinistra, che bisogna combattere la burocrazia; peccato, però, che chi blatera queste cose, probabilmente non si mai recato nemmeno alla posta per una semplice raccomandata, si è solo limitato sempre e solo a dire sciocchezze sui social, nei bar o in parlamento. 

Che Dio abbia pietà di noi: solo questo mi resta da dire.

 

 

 

 

 

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L
Queste cose capitano quando le leggi le rendono retroattive.<br /> A me è capitato con il bollo di una macchina già rottamata....mi sono consolata solo dopo aver capito che,quel giorno,più della metà dei presenti in esattoria.....era venuta per lo stesso problema????
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