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Blog di falletti.over-blog.it

Un' opinione sinceramente di destra, ma senza alcuna piaggeria nei confronti del potere

Big Pharma 2°

Nella seconda “puntata” del mio ragionamento sui farmaci e sulle case produttrici di essi, voglio ancora insistere sulla varietà di medicinali in commercio e sui loro nomi. Come ho già affermato i prodotti delle aziende farmaceutiche sono svariatissimi, ma i principi attivi sono relativamente pochi. Per restare solo nella classe degli antiinfiammatori non steroidei, esistono solo alcuni principi attivi: salicilato, ketoprofene, paracetamolo, ibuprofene, pochi altri Fans e i più recenti inibitori delle cox 2, però, se andiamo a guardare tutti i prodotti analgesici delle varie case produttrici, ci imbattiamo in una giungla di nomi. Tutto ciò ci fa pensare, ad un’offerta sterminata di prodotti che combattono il dolore e l’infiammazione, mentre purtroppo non è così.

Bisogna inoltre dire che i brevetti durano 20 anni, per cui un farmaco immesso in commercio può essere venduto a prezzi incredibili durante tale lasso di tempo, prima che possa essere prodotto il “generico” dalle aziende minori, le quali si limitano ad agire non creando farmaci nuovi, ma copiando solo quelli vecchi per i quali è scaduto il brevetto.

Ora è ovvio che con una tale legislazione si ricerchi sempre di meno e ci si limiti a creare farmaci quasi identici a quelli già esistenti aggirando il divieto del brevetto, o, addirittura, aspettando 20 anni e poi introducendo nel mercato un “generico” (dal nome più o meno suggestivo) identico al farmaco originale. Ormai pochissime sono le grandi aziende che fanno ricerca autentica; la maggior parte si limita ad imitare o, addirittura, a fare copie identiche dei vecchi farmaci.

Come si potrebbe ovviare a tutto ciò?

Per prima cosa bisognerebbe introdurre una norma che consenta l’immissione nel mercato di nuovi farmaci solo se essi sono più efficaci o hanno meno effetti collaterali dei vecchi.

È poi ovvio, che tali controlli non debbano avvenire solo sulla “letteratura” e cioè su quello che dicono i produttori, ma che la sperimentazione debba esse fatta dall’ente supremo di rappresentanza dei cittadini e cioè da quello che noi chiamiamo: “Stato”.

Adottando una legislazione di questo tipo, si indurrebbero le aziende a fare ricerca vera per creare nuove molecole più efficaci o/e meno dannose delle vecchie; solo così, infatti potrebbero immetterle sul mercato battendo la concorrenza. Inoltre bisognerebbe far durare l’efficacia del brevetto meno dei 20 anni attuali, diciamo dimezzando tale termine, onde indurre le case farmaceutiche a trovare in fretta nuovi principi attivi.

In pochi anni si avrebbero, così, a disposizione nuove e meravigliose scoperte, perché l’uomo se stimolato nel giusto modo, è capace di grandi cose; tuttavia, tra un strada comoda ed una impervia, se lasciato libero di scegliere, opta, come è noto, per la via più piana.

 

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