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Blog di falletti.over-blog.it

Un' opinione sinceramente di destra, ma senza alcuna piaggeria nei confronti del potere

primo maggio per chi?

Il primo maggio è la festa di non so chi, atteso che di lavoratori in Italia ce ne sono veramente pochi e quei pochi certo non hanno nessuna voglia di andare in giro a sentire le fanfare o qualche vuoto discorso che eventualmente qualche stupido sindacalista si ostini a fare.

Io ho il privilegio di conoscerlo qualche vero lavoratore, dato che possiedo un’azienda agricola che cerca di sopravvivere non solo attraverso le carte ed i contributi UE, ma anche attraverso la produzione; non imbroglio dicendo che i miei prodotti sono biologici per poi, di nascosto, mettere azoto in più del consentito, o fare trattamenti anticrittogamici senza i quali produrre è semplicemente impossibile. Non cerco di fare “praticucce” per far finta di aver eseguito lavori per i quali è previsto un qualche emolumento. I miei lavoratori sono veramente tali, ma ho dovuto selezionarli negli anni: essi sono il risultato di infinite ricerche che hanno visto sfilare in azienda di tutto, dagli pseudo mafiosi, agli sfaticati, ai parolai, agli ubriaconi ( soprattutto stranieri).

Se dovessero fare festa soltanto coloro che veramente si spaccano la schiena per portare la famosa “pagnotta” a casa, ben misero sarebbe il numero di coloro che avrebbero diritto a festeggiare; eppure sono loro, quei pochi eroi, guidati da ancor più eroici imprenditori che consentono a milioni di nullafacenti di vivere. Come farebbero a vivere i politici e ce ne sono circa un milione in Italia tra parlamento, regioni, provincie (mai abolite, credetemi) comuni, enti pubblici territoriali e non; come farebbero ad ingrassarsi i burocrati e ce ne sono circa tre milioni, come farebbero gli altri dipendenti statali dei quali lavorano solo una frazione; come farebbero gli stessi sindacalisti che dicono di tutelare il lavoro ed invece vivono sulle spalle di quegli ingenui che veramente producono beni e servizi; come farebbero i giovani che studiano, gli anziani in pensione, i malati. Come farebbero tutti senza quei soldati del lavoro ed i loro capitani.

Festeggiamo, dunque, ma soprattutto mettiamoci una mano sulla coscienza e proteggiamo davvero il lavoro: quello vero.

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